The Whispering Room: Il commissario Santi di Donato Prencipe

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

 

La nostra rubrica The Whispering Room è in pieno fermento, oggi parliamo di Il commissario Santi. Una lettera molto speciale romanzo d’esordio di Donato Prencipe. Non perdetevi il botta e risposta con l’autore per saperne di più su questa indagine!

 

Editore: Algra Editore
Data di uscita: 8 luglio 2019
Pagine: 156
Prezzo: 14.00 €

Un bel giorno, il commissario Emilio Santi decide di scrivere una lettera di reclamo a Dio, mettendolo al corrente di come la vita sulla Terra non sia tutta rosa e fiori. Alla lettera, allega anche una serie di indagini poliziesche in cui si è imbattuto durante la sua carriera, in modo da fornirgli una finestra da cui osservare il mondo e la psicologia degli esseri umani, un vero e proprio labirinto tutto da scoprire. La città in cui si svolgono le indagini è Belizia. Nel corso della storia il commissario Santi mostrerà il suo carattere e il suo intuito naturale a smascherare gli artefici di piani orditi contro il prossimo.

 

#Bottaerisposta

 

Colgo innanzitutto l’occasione per ringraziarvi. Mai come in questo momento c’è bisogno di appassionati come voi in grado di trasmettere fiducia nella cultura. Siete un bene prezioso che alimenta tutti noi. Per cui grazie per quello che fate.

 

  • Come è nata l’idea d Il commissario Santi?

È nata per caso, come qualcosa che vuole emergere con forza e lo fa all’improvviso. Poi man mano che scrivevo e la storia progrediva andava delineandosi la figura, il ritratto di un protagonista vero e proprio, un uomo rude che non ama luoghi comuni e frasi fatte, a cui piace soffermarsi a scoprire il male e il bene che c’è nelle persone, vittime e carnefici indistintamente. In seguito, come ogni cosa che nasce per caso, mancava quell’incastro necessario a dar forma al romanzo, quel trait d’union che unisse il tutto. Quando sono riuscito a trovare il modo di assemblare i pezzi in un’unica grande storia è nata l’idea del libro. La classica Eureka! L’intuizione. Un libro diviso in due parti ben distinte: una prima parte epistolare rappresentata da una lettera indirizzata dal protagonista al Padreterno e una seconda parte che muta completamente la sua forma diventando un giallo/thriller a tutti gli effetti.

 

 

  • C’è un episodio che le si è delineato prima degli altri?

L’episodio cardine è senza dubbio la lettera rivolta all’Onnipotente, è quello il collante che lega tutte le storie narrate all’interno del libro. Parte tutto da lì. È il motore della storia, l’apripista fondamentale per comprendere tutto il resto.

 

 

  • Ci descriva i suoi personaggi.

I personaggi che compaiono sulla scena sono tutte vittime di un mondo brutale e ingiusto, è il modo di reagire che li caratterizza. Ho cercato di analizzare nel mio piccolo l’animo umano in tutte le sue sfaccettature attribuendo al protagonista, il commissario Santi, ferito a sua volta dalla vita, il compito di indagare a fondo nelle storie di ognuno, evitando di soffermarsi sul semplice atto criminale ma scavando come un tarlo nel loro io per arrivare all’origine del gesto compiuto. Il risultato è un disegno in cui vengono raffigurati degli esseri umani, con tutta la loro forza, le loro debolezze e le loro psicosi.

 

 

  • Come mai ha pensato di far scrivere al protagonista una lettera di richiamo a Dio?

Serviva una persona che avesse uno sguardo sul mondo e chi meglio di un commissario di polizia con un’incazzatura bella pesante nei confronti della vita? Un testimone diretto di quel che accade oggi giorno sulla Terra, in grado di fornire, attraverso le sue indagini, un esempio tangibile e reale del mondo in cui viviamo.

 

 

  • Qual è stata la difficoltà più grande che ha incontrato nella stesura del suo romanzo?

Le direi la diffidenza, l’ostilità e la mancata fiducia di chi crede che tu stia sprecando inutilmente il tuo tempo. Però oggi mi sento buono e le dico che scrivere e riscrivere cento volte una frase può diventare dilaniante, al limite della pazzia, però al tempo stesso ti porta a realizzare che stai facendo qualcosa che ti piace, ovvero scrivere. Per cui, le dico che ho incontrato un sacco di difficoltà, quindi nessuna.

 

 

  • Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Io scrivo poi… quel che arriva arriva. Le sembrerò cinico e forse un po’ lo sono però ho imparato nel tempo a non aspettarmi più nulla dal futuro, perché il più delle volte non è mai come te lo immagini. Di contro però potrei elencarle molte cose sul presente che cambierei, ma suppongo non interessi a nessuno, perché non è così affascinante e illusorio come l’avvenire. Comunque sia confido ancora che diventi il momento in essere il mio sogno, solo così il futuro avrebbe un senso.

 

 

#Conosciamol’autore

Donato Prencipe è nato a Manfredonia (FG) nel 1985. Nel 2016 si è laureato in Infermieristica presso l’Università degli Studi dell’Aquila. Amante del cinema e della letteratura, si dedica anima e corpo all’attività di scrittore. La sua fervida immaginazione lo porta a creare personaggi che raccontano la vita di tutti i giorni mediante la loro personale visione del mondo, umorale, genuina e senza filtri. Il commissario Santi. Una lettera molto speciale è il suo primo libro. Nel 2020, in occasione del Premio Letterario Nazionale E. Radice, si aggiudica il Premio Speciale della Critica grazie al racconto “Una famiglia da sogno”. Attualmente vive e lavora a Firenze.

 

 

 

 

 

May the Force be with you!
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